Di oki, caffè e sostanzialmente posta.

Dovrei dormire da un paio d’ore ma questa sera non ce la si fa… Solitamente la mia colazione si compone di latte di soia e cereali verso le 6, caffè, due compresse di guaranà. Domattina aggiungerò l’oki. Oki: il bene estremo, diciamocelo. 

Avrei molte cose da raccontare ma lavorare e studiare è faticoso. Vivendo non da soli, ma con Olivia Palermo e il suo cane è ancora peggio. Se a ciò si aggiungono: pc fulminato, cellulare rotto, bancomat smagnetizzato ed espatrio da organizzare ché qua stiamo miagolando nel buio e ciò genera ansia, vi lascio immaginare… 

Farò un rapido riassunto, giusto perchè gli amici possano farsi due risate. Spero di riuscire ad affrontare prima o poi i seguenti argomenti: polizia postale, assistenza samsung e comunista, che per ora tralascio. 

Lunedì mi cambiano zona. Dovevo sostituire il pazzo che incasellava accanto a me la scorsa settimana. Uno che mi faceva ogni 3 minuti gesti chiaramente volgari tipo dita a V sulle labbra e lingua in mezzo, per dire… Venerdì mi spiega la zona. Alle 3. Me la spiega come se la conoscessi, non come se si trattasse di un triangolo delle bermuda sperduto in Torino. Vabbè. Lunedì mattina mi trovo quindi con questa nuova zona, senza cellulare nonchè navigatore, con mille viaggetti buttati a caso sul carrello e con un palmare in mano per la prima volta. Era solo l’inizio. Caricando il fiorino (dopo essermi andata a prendere singolarmente i fenomeni che mi avevano gettato sul carrello viaggetti con noncuranza – il viaggetto è mettere la posta di un collega a piedi o in moto nelle cassette di servizio in modo che lui possa prendersela un po’ per volta visto che non riesce a portarla tutta insieme. A volte il viaggetto non è nemmeno nella tua zona quindi se non ti spiegano dov’è perdi le ore tra sensi vietati, strade chiuse ecc.- ndb), nella fretta, mi sono chiusa uno sportello sulla gamba. Risultato: taglio, livido, leggero ematoma. Pensate che abbia fatto una piega? Assolutamente no. 

Il fenomeno mi ha lasciato il suo fiorino con le gomme anteriori a terra e a secco. Grazie, ti voglio bene. Nel giro, chiaramente delirante, uno dei custodi mi ha detto: “ma è la nostra nuova postina? la prego venga sempre lei, quell’altro è pazzo!”… eh, a me lo dice?. Sono poi giunta verso la fine a un complesso di 4 palazzi, ognuno con 4 scale diverse di cui il mio collega mi aveva detto che avrei avuto le chiavi. Sì, peccato che fosse un mazzo da 16 chiavi, buttato sul fiorino, senza alcuna indicazione per cui tu ti trovi fuori da un portone con in mano: posta, raccomandate, palmare, stampante del palmare e chiavi da provare a caso che non vedevi una scena simile dai tempi del libro illustrato su Barbablù. Il giro si è concluso degnamente, ovvero con Giubileo. 

Al rientro, visto che un altro trimestrale come me faceva una zona che ho già fatto e quindi conosco, ho chiesto perchè non mi mettessero lì, visto che tanto lui non la conosceva mentre io sì. Il giorno dopo mi hanno spostata e hanno messo l’altro tizio dov’ero io. L’altro tizio è figlio di una che lavora alle poste. Io lo chiamo: Cicciopasticcio. Lui all’una smette di consegnare la posta e rientra. Non importa se ha dei quotidiani. Non importa se ha delle raccomandate. Lui torna. 

La sottoscritta no.

Quindi martedì mattina mi sono trovata a rimediare ai danni di Cicciopasticcio sulla zona che sto facendo, non sapendo bene che faccia fare quando avrei portato dei Sole24ore del giorno precedente a studi di avvocati e mettendomi le mani nei capelli vedendo 104 raccomandate da consegnare, perchè chiaramente Cicciopasticcio il giorno prima a un certo punto aveva deciso che per lui poteva bastare. 

Una mia collega sostiene che mi abbiano spostata non per la mia segnalazione quanto perchè lui quella zona non è in grado di farla ed essendoci molti studi legali non si possono fare troppo le cose a caso. Chissà. Ad ogni modo è una zona che a me piace. Si corre ma è fattibile. Oggi all’una meno un quarto avevo finito la consegna nonostante avessi nuovamente 90 raccomandate (6 rientrate per trasferimento o destinatario sconosciuto), 1 contrassegno, 1 pacco amazon e 4 tassate (le tassate sono ciò che chi richiede la notifica di avvenuta consegna di atti giudiziari paga alle poste). E aggiungo nonostante chiunque potesse farmi perdere tempo me l’abbia fatto perdere, dalla custode che fa l’albero di Natale, alla notaia schizzata con visibili tic che ti fa aspettare 10 minuti, alle segretarie che anzichè considerarti rispondono random al telefono e ti dicono: “Scusi un attimo”. Sì, tanto io non ho premura, faccia con comodo… al custode del secondo palazzo in cui mi fermo che ogni giorno mi tiene dai 10 minuti al quarto d’ora perchè è ansioso, pignolo e diciamocelo: petulante. Stamattina non ho retto più e gli ho detto: “Non si offenda ma io non posso stare qui un quarto d’ora tutti i giorni”. E’ un mese che rompe le scatole per una notifica non pervenuta. Lo aveva detto a me, che avevo chiesto e non avevano saputo dirmi. L’ha chiesto alla titolare di zona quando era rientrata, che gli aveva detto che non c’era notifica per quella raccomandata. Ha richiesto a me, che ho richiesto in ufficio e impiegato 20 minuti del mio tempo non pagato per questa benedetta notifica, che risulta consegnata. Basta. Più di così non so che cosa dirti, non puoi tutti i giorni farmi la tiritera della notifica tirando fuori mille quaderni stile elementari in cui annoti ogni cosa. La vogliono, non ce l’hanno, ne facciano richiesta alle poste centrali. E mobbastaveramenteperò, come dice Maccio. 

Mentre incasellavo stamani è passato Leonardo di Ercolano. Mi fa: “Sciù Sciù vuoi il caffe?”. Sì, grazie. Io al caffè non dico mai di no, è una questione di principio. Il caffè è il bene estremo, insieme all’oki. La mia collega mi guarda e mi fa: “te li baccagli proprio tutti eh?”. No cara, non hai capito che è il contrario e io bevo caffè gratis. Perchè il fatto è che io non mi baccaglio nessuno ma chiunque incontri sorrido e saluto, cosa inusuale in quel posto. Ora ci sono due tipi di uomo:

1. quelli che non si accorgono che una ci sta provando nemmeno se gli dice chiaramente che ci sta provando.

2. quelli che perchè una li saluta pensano che ci stia.

Alle poste sono molti del secondo tipo. Ma questo non è un mio problema, è caffè gratis. Che poi io voglio abbastanza bene a tutti, persino a Calogero. Perchè è un lavoro stressante. Ogni giorno è una lotta continua. Con la posta, con le raccomandate che ti danno in ritardo, i timbri che non timbrano, i bolli che non bollano, i palmari che si piantano, le buste che non ci sono, il cliente finale che si relaziona con te e il personale di back office che fa spallucce alle problematiche che gli porti provenienti dal cliente finale, lo scarica barile, il mors tua vita mea che in questo delirio di disorganizzazione turbinosa sembra essere l’unica legge in vigore. Ché a guardarlo da fuori ti sembra il traffico del Cairo, con l’ambulanza bloccata dalle macchine che non si schiodano e il ragazzino in bici con la tavola piena di pagnotte su una mano, il pompiere che spegne svogliato un incendio fumandosi una sigaretta e i semafori che nessuno considera e lì ti rendi conto che deve esistere un’entità superiore di un qualche tipo o come tutto ciò possa fluire quotidianamente con stranamente pochi incidenti non te lo spieghi. Quindi quando hai a che fare con qualcuno che magari questo lavoro lo fa da dieci anni col sole, la pioggia o la neve, se non sei veramente pirla capisci che al di là di quelli che sono geneticamente stronzi, quelli scoppiati ne hanno ben donde a esserlo e il minimo che puoi fare è regalare un sorriso. 

L’ultima cosa che vorrei dire, e poi devo dormire assolutamente dopo questo post sconclusionato e scritto sostanzialmente per un amico lontano da aggiornare un po’, è che alle poste è come tra piccioni: tutti si rubano tutto, non ci sono regole. E’ la prima cosa che impari. Ti danno una penna e ti sussurrano furtivi: “nascondila”. Ti danno gli elastici e ti dicono: “non te li far fregare”. Chiedi degli adesivi per varie formalità burocratiche e vedi che ne fregano da una postazione momentaneamente vuota con fare sospetto intimandoti il silenzio. E via dicendo. E’ una psicosi collettiva. La cleptomania da scarsità di risorse prime. 

 

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